L'emigrazione
Purtroppo un’analisi approfondita e precisa del fenomeno migratorio riguardante la popolazione di Luserna è pressoché impossibile, data la mancanza di fonti e documentazioni che ne possano attestare l’entità e le peculiarità.
L’emigrazione stagionale estiva ha caratterizzato la comunità di Luserna ed ha avuto un forte sviluppo soprattutto a partire dalla seconda metà del XIX° secolo; l’emigrazione permanente può invece essere considerata un fenomeno praticamente nullo o comunque di scarso peso.
Tutta la forza-lavoro maschile del paese aveva l’abitudine (ma più che altro la necessità) di spostarsi stagionalmente per poter esercitare l’attività di muratore e scalpellino.
I luoghi verso cui erano diretti erano in particolare il Tirolo, l’Austria, la Baviera e la Sassonia, ma anche la Francia e la Svizzera soprattutto per il decennio 1929-1939. Lo sviluppo delle infrastrutture (ferrovie e strade) influenzò l’emigrazione sia per quanto riguarda la scelta della meta sia a causa della relativa richiesta di manodopera che la realizzazione stessa di queste infrastrutture andava a creare e che spingeva quindi a trasferirsi in quei luoghi.
Il reclutamento del personale avveniva in due modi: o attraverso un organo / ente apposito, il quale diffondeva tutte le informazioni fornite dal datore di lavoro che ricercava manodopera, oppure tramite un fenomeno chiamato “concatenazione” e cioè per mezzo di una sorta di “passaparola” tra persone già emigrate e potenziali emigranti. In questo modo si portava nuova forza lavoro in un luogo già meta di precedenti emigrazioni, favorendo così anche l’integrazione e la socializzazione nel nuovo ambiente.